domenica 14 dicembre 2014

Fermiamo i tedeschi

Ho postato qualche giorno fa una intervista al presidente della Bundesbank Weidmann da cui si desume che i tedeschi si oppongono a un sostanziale cambiamento della politica monetaria della BCE. In questo momento per uscire dalla situazione di crisi l'Europa dovrebbe seguire le orme della Federal Reserve americana e cioè agire sulla leva monetaria, stampando moneta attraverso il riacquisto massiccio di titoli di stato. Fino ad oggi i tedeschi si sono opposti agli aiuti agli stati, concentrandosi solo sugli aiuti alle (loro)malandate banche. Una politica miope perchè se la Grecia, oggi sull'occhio del ciclone, dovesse fallire, trascinerebbe in una difficile situazione l'Europa e anche i tedeschi, che per inciso ci rimetterebbero attraverso il fondo salva-stati (esm) 45 miliardi di euro (noi ne perderemmo circa 20). I tedeschi in realtà non vogliono accettare un taglio consistente del debito pubblico greco perchè temono che potrebbe costituire un precedente pericoloso. A quel punto infatti l'Italia potrebbe chiedere lo stesso aiuto e far saltare le banche e i sistemi finanziari di mezza Europa. Il debito greco è poca cosa, solo il 2% del debito pubblico della UE ma la Grecia è l'agnello sacrificale: un messaggio rivolto chiaramente a noi italiani che deteniamo il 12% del debito pubblico della Unione Europea (che sale al 20% circa considerando solo i paesi che hanno adottato l'euro).Se il nostro paese dovesse chiedere di rinegoziare il debito pubblico, tagliando magari il debito del 50%, sarebbe la fine dell'Europa con conseguenze drammatiche. Il problema è che il debito greco (ma anche quello italiano) è insostenibile (175% del pil) e quindi, volenti o nolenti, la Germania dovrà accettare la rinegoziazione di questo. Oppure il riacquisto di tutto il debito da parte della BCE che aprirebbe di fatto la strada al quantitative easing (stampa di moneta) caldeggiato da Mario Draghi. Altre soluzioni non esistono e ormai il tempo delle chiacchere è scaduto. I tedeschi si adeguino, va fermata la loro assurda pretesa di condizionare con la politica di austerità mezza Europa. La Grecia è stata distrutta da 6 anni di politiche di rigore della famosa troika (ue,fmi,bce) e di fronte alle ulteriori assurde pretese di tagliare ancora la spesa pubblica e gli stipendi la popolazione ha detto basta. Si profilano elezioni generali in Grecia a febbraio e con tutta probabilità vincerà Syriza partito di sinistra che chiede il taglio del debito pubblico greco e la fine delle politiche di austerità imposte dai tedeschi. La cura da cavallo non ha dato alcun risultato e la Comunità Europea si trova di fronte a un bivio: o si inserisce un principio di solidarietà tra stati (e quindi una sorta di debito comune a tutti), bloccando da subito le inutili politiche di rigore pantedesche oppure alcuni stati, loro malgrado, saranno costretti a dichiarare bancarotta con conseguenze disastrose per tutti, tedeschi in testa. A quel punto la Unione Europea smetterà di esistere. Oggi va fermata con forza la politica di austerità tedesca e lanciato un piano europeo di investimenti attraverso la emissione di euro-bond accompagnata da un piano di riacquisto del debito pubblico. In caso contrario le conseguenze anche sociali saranno disastrose ed imprevedibili.

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