domenica 16 novembre 2014

Lettera aperta a Luca Zaia

Gentile presidente Zaia,

ho seguito ieri la sua intervista su Rete Veneta. Come è Sua consuetudine Lei è stato diretto nonché efficace nella Sua comunicazione. Ho apprezzato la schiettezza del Suo passaggio in materia di sanità, riduzione dei costi, gestione efficente delle risorse, autonomia o indipendenza del Veneto.

Mi hanno colpito le sue parole quando Lei ha parlato della limitatissima libertà nella gestione delle risorse finanziarie: stando ai suoi dati infatti si tratta di soli 79 milioni su un bilancio di 12 miliardi, nel quale di fatto i costi sono incomprimibili. In queste condizioni è di fatto impossibile pianificare qualsiasi attività a favore del nostro territorio.

Vengo poi ad un altro punto che mi ha colpito. Ovvero quello relativo al patto di stabilità in forza del quale alla regione sarebbe oggi impedito l'intervento a tutela del regime idrogeologico. I soldi ci sono come lei dice, ma è impossibile toccarli quindi di fatto è come se non ci fossero. Poiché il patto di stabilità è formato da una stratificazione di norme sedimentatesi nel tempo per opera sia del centrosinistra che del centrodestra, è bene che la politica tutta si interroghi su questo strumento che non facilita la vita degli enti locali. Sugli scandali che hanno sconvolto la nostra regione Lei ha tenuto a precisare che non c'è alcun Suo coinvolgimento personale.

Rispetto alla gestione Galan questo è un punto a Suo favore, ma la Sua giunta dovrebbe solennemente impegnarsi affinché tali scandali non si ripetano più. In questo senso bisogna augurarLe di portare a compimento i buoni propositi messi nero su bianco recentemente. Ma da veneto doc Le vorrei chiedere di stringere un patto con noi cittadini. Un patto che riguardi il territorio, le eccellenze, il turismo di qualità, i nostri prodotti doc e dop, la tutela del nostro patrimonio culturale. Il 35% del nostro pil è generato dall'industria turistica; rilanciando e dando dignità al nostro patrimonio quest'ultimo oltre ad essere salvaguardato contribuirebbe ancor di più al nostro benessere. Questo è il nostro vero petrolio.

Da anni la Lega dice di incarnare l'orizzonte degli artigiani, dei piccoli produttori, dei piccoli commercianti. In nome di questo legame Le chiedo di impegnarsi a chiudere definitivamente l'epoca delle grandi opere, dei project finacing. Non portano valore aggiunto e distruggono il nostro bene più prezioso (peraltro gia' seriamente compromesso): il territorio. Le chiedo di porre un freno invalicabile e definitivo alla cementificazione per evitare ulteriori disastri e di dare completamento all'opera strategica più urgente per il nostro Veneto: la messa in sicurezza e la tutela idrogeologica. Non possiamo permetterci altre situazioni come la alluvione del 2010. Le chiedo anche di esoratare con forza il consiglio regionale ad approvare la norma che limita i mandati dei consiglieri regionali. Come Lei ricordava il governatore può fare al massimo due mandati, i sindaci lo stesso, perche i consiglieri no?

Sarebbe un segnale forte di discontinuità verso una società che si fida sempre meno della politica. Se come sembra lei promuoverà una lista civica con il suo nome punti su volti nuovi, fuori dai giochi dei palazzi e in grado di lavorare seriamente e con competenza per il Veneto per i Veneti, soprattutto assieme ai veneti. La nostra regione ha tutte le potenzialita'per tornare a correre (si spera libera dagli errori madornali del passato) ma dobbiamo tutti noi impegnarci per iniziare un nuovo percorso, lasciandoci alle spalle i vincoli assurdi che Roma e Bruxelles ci impogono.

Serve anche con loro un nuovo patto che ridia slancio alla nostra regione e le permetta di agganciarsi, come ci spetta, alle aree a noi affini che oggi sono tra quelle culturalmente ed economicamente più avanzate più avanzate del nostro continente come, ad esempio la vicina Baviera o il Baden. Le auguro buon lavoro, ma le ricordo che il tempo per una svolta radicale è agli sgoccioli.

Francesco Celotto

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