mercoledì 26 novembre 2014

Un urlo nella notte

L'insostenibile leggerezza dell'essere di Milan Kundera potrebbe essere rovesciata nel significato addosso al nostro Paese. Un Paese pesante, quasi insopportabile ai miei occhi e con lui tanti, troppi italiani trasformisti, furbetti, voltagabbana. Un Paese vittima dei suoi stessi difetti: senso civico nullo, nessun rispetto per le istituzioni, individualismo di massa, imperante opportunismo.

La politica riflette bene tutti i mali che sono dentro alla società italiana. Oggi ci ritroviamo con qualche faccia nuova che ragiona però da vecchio, incapace di cambiare i (mal)costumi e la mentalità di una nazione allo sbando, vicina moralmente ed economicamente al punto di non ritorno. Non che altrove si stia molto meglio. Ma qualche riforma e qualche faccia realmente nuova la stanno proponendo. Noi abbiamo un primo ministro che da mesi chiacchiera; le uniche cose che ha fatto, non solo per colpa sua a dire il vero, è dare una mancia a dieci milioni di italiani, (con la quale, beato lui, pensava magicamente di rilanciare i consumi) ed abolire (forse) il Senato.

Dall'altra parte abbiamo un vecchio pregiudicato che, nonostante tutto e tutti, continua a resistere. Che non si toglie dalle palle, interessato com'è solo a difendere le sue aziende. Oggi ha detto che vorrebbe fare il suggeritore dietro a Salvini. Se la Lega non vuole condannarsi da sola deve una buona volta, sbarazzarsi di Berlusconi e dei vari cespuglietti di destra come Ncd ed Udc. Diversamente non sarà credibile. Serve aria nuova, serve un vero rinnovamento. Serve carisma, coraggio. Sono arcistufo di vedere sempre gli stessi metodi e gli stessi trasformismi nella politica italiana.  È un po' imbarazzante per me, che mi considero un cittadino del mondo, dover confrontare persone come Vendola, Cuperlo, Fassina con giovani leader del calibro del greco Tsipras o dello spagnolo Iglesias. Servono una destra e una sinistra realmente riformiste non trasformiste.

Eliminare l'articolo 18 non vuol dire riformare un Paese. Serve ben altro: lotta vera alla corruzione, lotta vera agli sprechi, federalismo fiscale, applicazione di una vera spending review, riforma vera della pubblica amministrazione, rilancio vero del territorio, un piano vero per la industria culturale e del turismo, vero petrolio del nostro paese. Il premier Matteo Renzi, un piddino di destra, vuole solo tagliare lo stato sociale, senza eliminare privilegi, rendite di posizione, inefficienze. Senza un credibile piano di ristrutturazione della nostra economia realizzare inutili opere pubbliche non serve a rilanciare le nostre piccole e medie imprese. Il premier è un giovane che usa schemi vecchi e logori. Qualcuno vuole cambiare veramente? Italiani di buona volontà se ci siete battete un colpo, uniamoci per cambiare davvero. O non resterà che mollare la barca al suo destino.

Nessun commento:

Posta un commento

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.